Aromata

Aromata è un concorso internazionale ed un evento espositivo dedicato alla profumeria artistica e d’autore. La manifestazione, promossa dall’Associazione culturale romana LiberoStile, nasce da un’idea di Laura Amato, socia fondatrice.

Il progetto, il cui focus è sull’aspetto artistico della profumeria, punta a valorizzare il patrimonio materiale ed immateriale di quest’arte secolare e a diffonderne la cultura con varie attività quali concorsi, esposizioni, workshop, conferenze, presentazioni di libri. Aromata si rivolge non solo ad un pubblico specializzato, ma anche e soprattutto ai non addetti ai lavori ai quali si propone di far conoscere ed apprezzare il mondo affascinante e ricco di storia e competenze della profumeria artistica.

L’iniziativa, unico evento romano di questo genere, è diventato un appuntamento annuale attraverso cui la creatività artistica e la sensibilità dei maestri profumieri sono messe in luce ed apprezzate al pari di quelle di un celebre compositore, di un grande pittore o di un raffinato gioielliere. “Riassumendo, in profumeria l’artista raffina l’aroma grezzo della natura, lo sfaccetta e lo monta come un gioielliere rende più luminosa una gemma e la valorizza” ( Joris-Karl Huysmans, Controcorrente)

Il Premio Aromata 2025 “Profumo: codice espressivo”  è un contest ispirato alle Call for Art in cui gli artisti sono invitati a creare un’opera a tema. In questo caso i maestri profumieri – protagonisti di quella che può senza dubbio ritenersi un’arte secolare – sono chiamati a realizzare la loro creazione. Anche per questa seconda edizione il tema scelto è “L’invisibile trale righe”: un viaggio dedicato al legame tra la scrittura ed il profumo, tra gli scripta manent e la potenza narrativa, sebbene evanescente, di una fragranza.

Sono molti i libri nella produzione letteraria mondiale le cui trame ruotano intorno ai profumi. Autori di ogni tempo e luogo come Plinio il Vecchio che dedicò a Vespasiano un’ampia dissertazione scientifica sulla produzione e destinazione sociale dei profumi di Oriente o come Michele Costantino Psello che nel XI secolo, nel suo Cronografia, descrisse l’imperatrice bizantina Zoe intenta nell’arte della distillazione di essenze o ancora Muhammad An-Nafzawi con Il giardinoprofumato, manuale di letteratura erotica del XV secolo.

 I profumi diventano parole, entrano nell’arsenale espressivo di tanti scrittori: laddove la lingua non basta a esprimere eros o struggimento, ecco che una fragranza supplisce” (Giovanna Zucconi – La sua voce è profumo)

Ancora più ad Oriente ecco La storia di Genji, di Murasaki Shikibu, poetessa giapponese dell’XI secolo che evidenzia il grande valore attribuito al profumo dalla cultura nipponica nell’epoca Heian. Tornando in Europa si può pensare al sonetto rinascimentale inglese, il 64 di Amoretti che Edmund Spencer dedica alla donna amata, oppure alla poesia religiosa cinquecentesca di Jean de La Ceppède con l’evocazione del fumo profumato o ancora all’800 siciliano con Profumo, romanzo verista di Luigi Capuana, fino ad arrivare ai nostri giorni con Profumi, inventario sentimentale degli odori di una vita articolato in 63 racconti, di PhilippeClaudel, scrittore e regista francese.

The sources of inspiration can therefore be the most disparate. Not only perfume in literature, but also the reverse process: literature becoming fragrance. We are interested in the possibility for the invisible - told or imagined - that dwells between the lines of a literary passage, to come to life thanks to the creativity of the maitre parfumeur.

I partecipanti sono invitati a presentare una creazione ispirata ai profumi raccontati nel testo letterario prescelto o dal fascino di un personaggio, dall’atmosfera di un’ambientazione, da una poesia, dal segno lasciato nel cuore e dal cambiamento intimo che la lettura di quelle righe ha reso possibile. Le loro scelte letterarie costituiranno le tappe di una esperienza sensoriale: un percorso olfattivo, un giro del mondo, un viaggio nel tempo.

Con il termine Aromata, i Romani indicavano le spezie i cui aromi servivano a realizzare oli e  unguenti profumati come il Regale unguentum composto da una lunga lista di ingredienti tra cui cannella, cardamomo, zafferano e mirra. Il Nardinum invece, veniva realizzato con amomo, mirra, olio di oliva acerbo, calamo, olio di balano, ma soprattutto con il nardo; tutti prodotti conservati negli Horrea piperataria, i magazzini realizzati dall’imperatore Domiziano nei pressi del Foro Romano, sotto la basilica di Massenzio, recentemente restaurati ed aperti al pubblico. Al tempo, i profumieri erano riuniti nella corporazione Collegium aromatarium e le loro botteghe erano raggruppate nei pressi del Velabro, in particolare nel Vicus thuriarus e nel Vicusunguentarius. I Romani profumavano tutto: muri, mosaici, statue, abiti, vini e pietanze, palcoscenici dei teatri; secondo Svetonio, nella Domus Aurea “Il soffitto delle sale da pranzo era costituito da tavolette d’avorio mobili, attraverso delle aperture dalle quali sgorgavano fiori e profumi”.

Non è quindi un caso che Roma ci sia apparsa subito il luogo ideale ad ospitare il concorso. Il potere evocativo di un profumo è eterno come questa città e la sua consolidata vocazione artistica la rende il palcoscenico perfetto per promuovere la cultura della profumeria artigianale.

Ad ospitare la seconda edizione del Premio Aromata, che si svolge dal 15 al 17 maggio, saranno quest’anno le ampie sale di Palazzo Velli, residenza medievale nel cuore del rione Trastevere in piazza S. Egidio. Edificato alla fine del 1300 dalla famiglia Velli, una delle più antiche e nobili famiglie romane, è oggi sede di un affascinante spazio polifunzionale che accoglie i numerosi visitatori di un fitto elenco di eventi e mostre d’arte.

Instagram

en_USEnglish